Le radici della nostra
conoscenza scientifica, della tecnologia, sono da ricercarsi nella fede cristiana
SULLE SPALLE DEI GIGANTI.
LUOGHI E MAESTRI DELLA SCIENZA NEL MEDIOEVO EUROPEO
Lunedì,
22 agosto 2005, ore 11.20
Peter Hodgson si è dedicato alla ricerca di fisica nucleare,
teorica e sperimentale e ha insegnato fisica e matematica a
Oxford dove fa parte, come Emeritus Yellow, del
Corpus Christi College. Era inoltre consulente del
Pontificio Consiglio della Cultura.
Peter Hodgson: Mi spiace moltissimo perché non posso parlarvi
nella vostra lingua, peraltro bellissima. Però ci sarà la traduzione man mano
che procedo nella mia presentazione. Sono
particolarmente lieto di essere qui oggi, insieme a
tutti voi, per parlarvi di un argomento che secondo me ha un’estrema importanza,
il rapporto tra la scienza e la fede. Molto spesso, nei libri di testo, si può
leggere che c’è un conflitto tra la fede e la scienza. Questo
è ciò che molte persone dicono. Quindi, la cosa
più importante che devo dirvi oggi, in breve, è che c’è un rapporto di tipo
organico tra la fede e la scienza, vale a dire che la fede costituisce la base
di tantissime cose, però è anche alla base della scienza, quindi c’è un
rapporto diretto tre fede e scienza. Questo in breve è il sunto di quello che
voglio trasmettervi.
Diamo
ora uno sguardo alla storia dello sviluppo della scienza. In primo luogo,
bisogna riconoscere l’enorme contributo che è stato dato alla storia dello
sviluppo della scienza dagli antichi greci e, prima di loro, anche dai
babilonesi, che hanno effettuato importanti
osservazioni astronomiche e calcoli matematici. In particolar modo, gli antichi
greci hanno avuto degli importantissimi filosofi e il loro contributo è stato
quello di porsi le domande giuste, vale a dire che per avere una risposta
bisogna porsi la domanda giusta, e questa è stata la
più grande conquista degli antichi greci. Si sono chiesti, per esempio: come
possiamo comprendere il mondo che ci circonda? Forse tutto quello che vediamo è
il risultato della combinazione di determinate particelle fondamentali di un tipo o dell’altro. E cercando di scoprire queste
particelle, possiamo vedere come è nata la complessità
del mondo. Quindi, hanno fatto determinate ipotesi e
si sono domandati: esiste una realtà microscopica? Cioè,
se continuo a tagliare una cosa in pezzi sempre più piccoli, mi posso fermare a
un certo punto o no?
Si
sono posti le domande giuste senza ancora trovare una risposta definitiva.
Aristotele, uno dei maggiori filosofi greci, riteneva semplicemente, pensando
alle cose, di poter scoprire la loro natura, semplicemente pensandoci. Però,
per esempio davanti a un triangolo in geometria, si
conosce cos’è un triangolo, si possono calcolare le sue proprietà: quindi, è un
oggetto aperto per la mente umana. Invece la materia non è un oggetto aperto
alla mente umana, dobbiamo osservare attentamente le cose, condurre esperimenti
e gradualmente cominciare a capirla. Aristotele ha utilizzato argomentazioni,
dicendo che i pianeti e le stelle sembrano essere corpi incorruttibili che si
muovono secondo una forma perfetta. La forma più perfetta è il cerchio, quindi
si spostano in cerchio: e ha fatto una distinzione tra la materia celeste e
quella terrestre, dove quest’ultima è soggetta al
cambiamento e l’altra no. Pensava a
un universo dove tutto avesse un fine, per esempio le pietre scendono verso il
basso perché cercano il loro luogo naturale che è la terra, mentre il fuoco ha
la tendenza ad andare verso l’alto. Abbiamo i quattro elementi che sono
combinati in natura in diversi modi, secondo lui. La terra,
al centro con i pianeti attorno, che si muovevano in cerchi perfetti.
Era uno schema perfetto, questo, che seguiva molte intuizioni sensate e
ragionevoli. Però purtroppo era un approccio sbagliato, quindi, malgrado tutta
la gloria della scienza greca, questa non si è mai perpetuata
nel tempo.
Occorreva
un nuovo inizio, un nuovo punto di partenza per allontanarsi da questi
principi, da queste idee. E il nuovo inizio è avvenuto
da una zona inattesa. C’erano i grandi imperi - Siria, Egitto, Babilonia -,
però, tra questi grandissimi imperi c’era una tribù, quella degli israeliti,
che migrava qui e là, e che praticamente era stata
separata dai suoi vicini perché credeva in un Dio, mentre i vicini credevano in
diverse divinità. Gli israeliti hanno conservato il loro credo in un unico Dio,
che aveva creato tutto, aveva creato tutto esattamente
nel modo in cui voleva che fosse. E questo ha rappresentato l’inizio di idee che alla fine, nel corso di diversi secoli, hanno
portato allo sviluppo della scienza. Essi ritenevano che la materia fosse buona
e, nel primo capitolo della Genesi, leggiamo che “Dio
vide ciò che aveva fatto ed era buono”. Dio è un essere razionale, quindi tutto
ciò che crea automaticamente è razionale, ne condivide la razionalità. Crediamo
anche che il mondo sia aperto alla mente umana, perché sempre nel primo
capitolo della Genesi all’uomo viene ordinato di
riempire la terra e conquistarla: questo implica che l’uomo possa capire il
mondo.
Il
mondo è prezioso e la sapienza, la conoscenza del mondo è più dell’oro e
dell’argento. Si legge appunto che la sapienza più dell’oro e dell’argento dev’essere
liberamente condivisa, e poi Cristo ordina di dare da mangiare agli
affamati e dare da bere agli assetati. Queste sono state le premesse della
scienza, quello che ha portato al fondamento della scienza. Poi è arrivato
l’evento centrale della storia, l’incarnazione di Cristo che ha ulteriormente
nobilitato la materia perché si pensava che la materia fosse adatta a formare
il corpo e il sangue di Cristo. L’incarnazione di Cristo è stato un evento
unico nel suo genere, che immediatamente ha spezzato, ha posto fine, a un’idea presente in tutte le antiche civiltà.
Adesso
è un po’ difficile per noi capire come potessero
crederci, ma tutte le civiltà antiche, inclusi i greci, ritenevano che il tempo
fosse ciclico, vale a dire che tutto quello che succede fosse già successo
prima nel passato e che si ripeterà di nuovo nel futuro. Questa è, credo, una
convinzione molto scoraggiante perché uno si chiede: se è già successo, perché
dobbiamo preoccuparci di quello che succederà? Però l’incarnazione di Cristo ha
rotto questa credenza, e quindi ha spezzato l’idea che il tempo fosse ciclico, che ci fosse sempre l’inizio da un’alfa fino
a un’omega. In questo modo, l’incarnazione di Cristo
ha fornito ulteriori convinzioni per la scienza.
All’inizio
del Medioevo, nei primi anni della Chiesa, si è discusso molto sulla natura del
Cristo e, per esempio, molto spesso
dovevano essere risolte delle controversie in atto su questo argomento.
E’ stato convocato per esempio, nel 325, il Concilio di Nicea, che ha definito praticamente gli elementi essenziali della fede cattolica
che poi vengono ripresi ogni domenica durante la Messa. Oltre ad aver fornito
gli elementi fondamentali della fede, vengono anche definite diverse condizioni
e convinzioni essenziali per la scienza, cioè che,
praticamente, Dio creò tutto. All’inizio Dio ha creato tutto, in cielo e in
terra, quindi la creazione è alla base di tutte le nostre convinzioni e
credenze. Poi, un altro credo di Nicea è quello secondo cui solo Cristo fu
generato, solo Cristo è della stessa sostanza del Padre, creato grazie a
proprietà conferitegli da Dio. Questo è importante, perché ha eliminato il
concetto del panteismo: la materia è creata e non generata, questo esclude il
panteismo. Un altro credo è che tutto è creato attraverso Cristo. Questo credo
esclude il dualismo che si trova in alcuni filosofi antichi: ci sono forze del
bene e forze del male che si combattono. Invece, il credo di Nicea dice che
tutto è creato attraverso Cristo, quindi tutto è bene. In questo modo, le
convinzioni che vengono dagli ebrei nel Vecchio Testamento e da Cristo nel
Nuovo Testamento rappresentano le convinzioni
necessarie per lo sviluppo della scienza.
Naturalmente
c’è voluto tempo perché tutto ciò avvenisse, queste idee richiedono molto tempo
per essere assorbite dalla coscienza umana e anche per diffondersi in tutta la
società. All’inizio, i cristiani erano una minoranza oggetto
di persecuzioni, quindi a quel tempo non si poteva avviare una vera e propria
scienza, anche se c’erano molti filosofi, per esempio, che avevano cominciato
già nel VI secolo a sviluppare idee che poi avrebbero portato importanti
frutti. Soltanto nel Medioevo la società era permeata da credenze cristiane ed
è stato solo in quel momento che la scienza ha potuto avere inizio. Gli insegnamenti,
nel Medioevo, si basavano molto sugli insegnamenti dei filosofi greci
Aristotele e Platone. Nuove università vennero fondate
in Europa dalla Chiesa per facilitare la discussione e la diffusione della
teologia e della filosofia. Le prime università sono state aperte qui in
Italia, a Bologna e Padova, poi oltre le Alpi sono state fondate le università
di Parigi e Praga, quindi molte altre, andando sempre più a Nord, tra le quali
anche la mia di Oxford. Queste università erano centri
di intensa discussione e argomentazione. L’insegnamento
veniva fatto sulla base dei testi di Aristotele,
elaborandoli, leggendoli, cercando di capirne il significato. Quando però
Aristotele era in disaccordo coi principi cristiani,
veniva abbandonato. Per esempio, Aristotele pensava che il mondo fosse eterno,
noi invece sappiamo che è stato creato, quindi da questo punto di vista veniva lasciato perdere quello che diceva. C’è stato un
importante filosofo parigino, Giovanni Buridano, che
pensava ai problemi del moto e quindi ha avuto inizio la scienza, la fisica,
con lo studio del moto. Buridano si è chiesto: perché
se, per esempio, prendo su qualcosa da terra e lo getto, continua a muoversi?
Secondo Aristotele, tutto ciò che viene mosso si muove
perché c’è un elemento che lo muove. Buridano si è
chiesto: cos’è che permette all’oggetto di continuare a muoversi, una volta che
ha lasciato la mia mano? I greci avevano avuto alcune ipotesi in questo senso, relativamente al movimento dell’aria che spingeva l’oggetto.
Buridano ha pensato a questa cosa nel
contesto della creazione: Dio, creando le cose, non le ha create in modo
statico, ha creato le cose in movimento e quindi ha dato loro un impeto. Quindi,
ha avuto questa idea dell’impeto secondo cui, una
volta che noi gettiamo un oggetto, gli forniamo un impeto, che adesso è noto
come movimento. Ha così formulato quella che poi sarebbe diventata la prima
legge del moto di Newton: tutto quello che viene
gettato continua a muoversi per propria forza interna.
Quindi,
gradualmente, secondo questo processo, sono state ipotizzate diverse cose e le
idee di Aristotele che avevano impedito lo sviluppo di
una vera e propria scienza per due millenni, sono state modificate e hanno
aperto la strada al Rinascimento.
Non
soltanto a livello di scienza, ma anche ad altri livelli, il Medioevo ha dato
un importante contributo. Per esempio, anche a livello di
tecnologia, nonostante questo non sia sempre riconosciuto. La tecnologia
è l’applicazione della scienza, con l’obiettivo di rendere più semplice il lavoro.
I pionieri di tutto questo si ritrovano nei monasteri.
Nei monasteri si trovano moltissime nuove idee dal punto di vista tecnologico,
idee che provenivano da altre civiltà, alcune di esse
dalla Cina; però nei monasteri c’erano mulini ad acqua, a vento, c’erano
sistemi per macinare il grano, per tagliare il legno. Per riuscire a conservare
le ore di preghiera importanti per il monastero, e rispettarle, sono stati realizzati degli orologi meccanici, i primissimi orologi
meccanici sono stati proprio realizzati nei monasteri. Nella bellissima
mostra che dovete andare a visitare, vedrete immagini
e riproduzioni di questi antichissimi orologi ritrovati nei monasteri.
Dopodiché, gli orologi sono stati installati anche nel centro delle città per
regolare il commercio, però l’idea è venuta proprio dai monasteri. Dunque, non soltanto la scienza, ma anche la tecnologia
viene dalla rivoluzione che è stata portata avanti da queste convinzioni
cristiane.
Una
volta spianata la strada, come dice il titolo di questa mostra, vediamo che nel Rinascimento si è incominciato a costruire
sulle spalle dei giganti del Medioevo, rendendo possibile lo splendore della
scienza nel Rinascimento grazie a Brahe, a Keplero e a Newton, che ha formulato le leggi del moto e ha
avviato e portato a maturità tutta la scienza moderna. Queste sono le idee
fondamentali che volevo trasmettervi oggi. Come vedrete,
nella mostra che vi invito ad andare a visitare, le radici della nostra
conoscenza scientifica, della tecnologia, sono da ricercarsi nella fede
cristiana. Grazie.