VOLO PNN VERSO MARTE E RITORNO SULLA TERRA






Insuetum per iter gelidas enavit ad Arctos (Eneide Lib.VI)


Premessa : Questa attualmente incredibile possibilità per un velivolo pnn il cui schema essenziale è dato nella figura sottostante (la parte relativa al “carretto“ è attualmente in costruzione con i tempi e i mezzi di cui l’Asps dispone)

Fig.a

deriva dal fatto che finora test finora effettuati hanno indicato questa anomalia insolita per la legge del moto di un mobile violante il principio di azione e reazione.

Ora il dato di partenza è che se la PNN viola il III di Newton non si può pretendere che la legge di inerzia e il secondo principio della dinamica non siano diversi.

I test fatti finora indicano questo e il test finale di conferma sarà solo quello con una configurazione simile alla fig.a.


Comunque se la legge di inerzia è non lineare non ci serviranno come vedrete ingenti risorse per raggiungere Marte.

Ciò che pure lavora contro di noi è far parte di un paese (l’Italia) in cui l’uso de nucleare è stato bocciato da 2 referendum .
I privati italiani che volessero e potessero intraprendere un volo spaziale per raggiungere e ammartare su Marte non potrebbero disporre di reattori nucleari per produrre energia elettrica o di batterie RTG ai radioisotopi (anche se non lo dicono apertamente la quasi totalità degli attuali rover marziani targati Nasa ha batterie RTG)
Figuriamoci i privati italici se possono accedere e megliorare la tecnologia delle RTG quando l’Italia patria di E.Fermi ( che realizzò in America il primo reattore nucleare) ha rinunciato al nucleare.
Insomma c’è da piangere sulle opportunità a cui bisogna abdicare in un paese di furbi ideologici in cui vengono chiuse centrali nucleari proprie per i guasti in quelle di altri paesi che non si sognano (i russi) lontanamente di fare una cosa identica nel loro paese. Insomma l’ecologismo estremista alberga solo in Italia e l’obbiettivo da raggiungere per loro è probabilmente quello di tornare ai tempi d’oro della pietra levigata.
Che l’Ecat non funzioni e sia da diversi anni una lagna illusoria e una fregatura pazzesca come energia auspicata e desiderata da chi ha votato contro il nucleare classico è per me la giusta vendetta dello spirito del nuclearista E.Fermi le cui opere sono vietate in questo paese.

Ora potendo noi , diversamente italici , disporre di sole batterie ricaricabili dobbiamo usare tutto quello che c’è per ricaricare sempre al massimo le batterie da utilizzare per la pnn ovvero scontare noi la punizione ecologista di raggiungere Marte senza nucleare .
Mentre USA , Russia e Cina possono disporre dell’energia nucleare come meglio loro aggrada in ambito spaziale alcuni furbi e neolitici italiani hanno deciso il contrario.

Ribadisco quello che ho detto prima se la legge di inerzia e la spinta per caso si confermasse come quella di questo video ( altre info in link successivi) del prototipo F432 posto su un braccio di una bilancia a bracci ,potremmo raggiungere Marte e tornare sulla Terra anche senza reattori nucleari.


Fig.b





[Nel video sono visibili preamplificatore , amplificatore e display bilancia attraverso fibra ottica su schermo di un portatile (a debita distanza)].


Il video della spinta crescente del prototipo in meno 1 minuto dall’accensione è stato girato di 90 gradi nel link

Forum di NasaSpaceflight

e nel Forum

del nostro collaboratore SergioZ



L’idea di di base dei DPS per ricaricare le batterie è quella della turbina eolica ovvero disporre di eliche eoliche durante l’atterraggio su un corpo celeste con atmosfera…. solo che il vento non viene contro le turbine ma il contrario.

Naturalmente il luogo di atterraggio deve avere una atmosfera .
Nel dettaglio un sistema pnn dotato di eliche (in guisa di drone) impattando una atmosfera planetaria (con i necessari angoli e velocità per evitare l’autodistruzione) può produrre energia elettrica mancando le RTG.
Senza atmosfera planetaria pertanto non possono essere usati i DPS.
Come detto le eliche assomiglierebbero in ipotesi preliminare ai quelle dei droni ma opererebbero al contrario come generatori di energia elettrica quando un sistema pnn decide di atterrare su un pianeta avente appunto atmosfera.
In fondo i DPS trasformano uno svantaggio in vantaggio.

E Marte come la Terra ha una atmosfera anche se molto debole.

Riepilogo tutta la sequenza di partenza dalla Terra ,volo con ammartaggio e ritorno per capire meglio la procedura essenziale di qualcosa che attualmente è ancora largamente a LIVELLO TEORICO nei molti dettagli di cui è composto.

Fase a) : Partenza dalla Terra

se la legge di inerzia è quella che ora sembra ovvero non lineare con la spinta che aumenta in funzione del tempo ai fini del decollo bisogna solo attendere. Attualmente per non rischiare danni da surriscaldamento aziono F432 per circa 40 secondi a una potenza tra i 400 e i 500 watt .
E’ pochissimo temporalmente per raggiungere il decollo. E ovviamente mi mancano una serie di controlli strumentali che per tempi, costi e INESISTENZA degli strumenti stessi non posso fare.
In definitiva per il decollo dalla Terra c’è il vantaggio che si può sottoporre il sistema ad alimentazione elettrica esterna mentre è ancora appoggiato sulla superficie terrestre senza utilizzare le batterie ricaricabili .
Comunque dovranno essere risolti almeno altri due problemi essenziali per raggiungere questo obbiettivo:

A) Dissipazione termica attraverso un sistema di dissipazione termica attivo (che F432 non possiede). La soluzione di piazzare sistemi attivi di dissipazione termica va calibrata con la NON alterazione dell’impedenza.
Quello che è agevole fare in assenza di campi rapidamente variabili non è identico in fase di frequenze di milioni di megahertz. L’alterazione e il non controllo in fase termica dell’impedenza mi ha distrutto diversi prototipi.

B) Mantenimento dell’energia di spinta pnn accumulata senza uno scambio sfavorevole in funzione del tempo con l’ambiente circostante

Successivamente tenere vincolato o meglio “ancorato” ,come si deve a una nave, il sistema pnn (che è una astronave) alla superficie terrestre senza rilasciarlo e poi rilasciarlo solo quando la spinta accumulata è idonea a raggiungere un orbita bassa senza utilizzare troppo le batterie ricaricabili .

I tempi di accumulo della spinta dipendono anche dalla massa che il sistema pnn vuole portare con se a parità di spinta dei motori . Comunque le batterie possono essere completamente ricaricate durante il viaggio verso Marte con i pannelli solari .
Per ammartare si possono usare i DPS dato che Marte ha atmosfera e i DPS producono potenza elettrica solo con la presenza e impatto soft con atmosfera.

Ovviamente in partenza dalla Terra pannelli solari e i supporti e le turbine eoliche ( i cui disegni e numero di pale sono solo indicativi) debbono essere ripiegate all’indietro per motivi di attrito con l’atmosfera terrestre (fig.1)


Fig.1



Fase b) : In viaggio verso Marte


In assenza di attriti esterni pannelli solari e le turbine da ricarica possono essere dispiegate.


Fig.2


Fase c) : Discesa su Marte

Ripiegamento dei pannelli solari e configurazione tipo fig.3 per una frenata morbida.

Fig.3


Le orbite attorno Marte dovranno essere debitamente eccentriche (quanto non so) ovvero con apogeo abbastanza maggiore del perigeo in modo da impattare l’atmosfera marziana nel passaggio al perigeo per mettere in azione le eliche e caricare gli accumulatori cioè utilizzare l’energia elettrica prodotta per frenare il sistema pnn in spinta opposta al verso di moto , ridurne la velocità e abbassare l’orbita.
In pratica nel passaggio al perielio si deve fare frenando con spinta invertita abbassando l’orbita continuamente senza perdite di energia negli accumulatori elettrici precedentemente ricaricati.
Il tutto richiede una esatta conoscenza del numero di orbite da fare attorno a Marte per la frenata e di quanto va calato al ribasso il perielio fino all’immersione totale nell’atmosfera marziana.
Insomma necessitano calcoli complessi e una struttura di velivolo pnn idoneo a non risultare danneggiato in fase di frenamento. Anche perché la stessa procedura si dovrà attuare per il ritorno sulla Terra e l’atmosfera terrestre è notevolmente più densa e quindi più pericolosa.


Fase d) : Partenza da Marte

Va differentemente usato lo stesso criterio per decollare dalla Terra. Ovvero il sistema pnn dovrà essere “caricato di spinta” per il tempo necessario al decollo e necessariamente dovrà portare su Marte un maggior numero di pannelli solari da lasciare presumibilmente in loco con relativi accumulatori (e quindi riusabili per altri viaggi). Calcoli e studi complessi di tutta la componentistica necessaria debbono essere fatti per predisporre il necessario e compensare eventuali imprevisti sempre mancando noi di RTG e/o reattori nucleari.



Fase e) : Ritorno sulla Terra

Identica come procedura a quella dell’ammartaggio solo che l’atmosfera terrestre è molto più densa e la difficoltà di danneggiamento strutturale dell’astronave pnn più elevata. In conclusione l’astronave va fatta e costruita in funzione del rientro più difficile che è quello sulla Terra. Di nuovo bisogna operare di tacco e di punta cioè di passaggi multipli in apogeo e perigeo frenando , caricando gli accumulatori e abbassando opportunamente l’orbita in fase di perigeo.


Conclusioni :

Esaminando i singoli step mi pare che uno dei dati essenziali su cui impostare tutto , a parte la tempistica del viaggio che sarà sempre in accelerazione e decelerazione (se la legge di inerzia è non lineare) , sono i calcoli per progettare la struttura dei pannelli solari ripiegabili , i DPS e necessariamente i calcoli di frenamento soft per il ritorno sulla Terra.
Insomma tutte problematiche molto complesse, complicate e costose che purtroppo l’Asps non potrà affrontare da sola dovendo partecipare per l’efficienza un discreto numero di esperti e specialisti in vari settori.

Incidentalmente aggiungo che si può allunare anche su corpi celesti senza atmosfera come la Luna , non dispiegando le turbine eoliche, e utilizzando con tutta la calma possibile una procedura di ricarica basata solo su pannelli solari magari opportunamente ampliati.

Comunque la conclusione più intrigante a cui ancora non riesco a capacitarmi perché troppo bella per essere vera è l’inerzia non lineare (video http://www.asps.it/fibravid.mp4 in http://www.asps.it/fibra432.htm ) dalla quale discende o meglio si intravvede qualcosa che potrebbe avere aspetti anche nella produzione di energia… ma è troppo presto per parlarne ora perché gli scalini vanno superati uno alla volta.

Quo Fata Ferunt















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