IN FAVORE DEL PLURALISMO DELLA CONOSCENZA

Nella persuasione che soltanto con il favorire un autentico pluralismo si possa riuscire a compensare il pericoloso squilibrio che si è venuto determinando nel campo della conoscenza, l'ASPS ( as.ps@flashnet.it ) si propone di coadiuvare la meritevole attività del prof. Umberto Bartocci (Socio Asps) che da diversi anni ha rivolto la propria attenzione al mondo dell' eresia scientifica, promovendo ben tre congressi internazionali :

nel 1989, a Perugia, su "I fondamenti della matematica e della fisica nel XX secolo: la rinuncia all'intuizione";

nel 1991, a Ischia, su "Quale fisica per il 2000? Prospettive di rinnovamento, problemi aperti, verità eretiche";

nel 1996, a Perugia - nella ricorrenza del IV centenario della nascita del grande filosofo francese teorizzatore del dubbio metodico - su "Cartesio e la Scienza".

La nostra attività si svilupperà progressivamente nella raccolta di idee e di ogni forma di collaborazione in preparazione del PROSSIMO CONGRESSO, di cui viene dato il primo annuncio.

Convegno Internazionale "Galileo Back in Italy - II" Per il ritorno della razionalità nella fisica moderna Bologna, 26-28 Maggio 1999 - Primo Annuncio

Nonostante tutti i suoi grandi successi tecnologici, la fisica al finire del secolo comincia a essere messa sempre più sotto accusa. Le viene rimproverato di essere una disciplina che ha ormai perso le sue caratteristiche di scienza sperimentale, di essere divenuta troppo astratta e matematizzata. P.K. Feyerabend la riconosce nella maggior parte dei casi "molto più opaca, e molto più illusoria, della scienza del Cinquecento o del Seicento". R. Thom arriva a dire che in essa si riscontra "un orribile miscuglio tra la scorrettezza dei concetti di base e una precisione numerica fantastica", nella pretesa di voler "ricavare un risultato numerico molto rigoroso da teorie che concettualmente non hanno né capo né coda". Gli indiscutibili successi pratici della costruzione hanno infatti attenuato l'interesse critico per i postulati di base, e la loro interpretazione, sicché esiste tutta una serie di nodi concettuali che impongono un riesame dei fondamenti. Questi si possono ricondurre a due grandi schemi, le teorie relativistiche e le teorie quantistiche. In entrambi i casi vengono modificate a tal punto le nozioni ordinarie di spazio, tempo e causalità, che si è edificata una vera e propria nuova filosofia per sostenere la necessità della rinuncia a cercare di interpretare la natura secondo i classici principi di razionalità fondati sulle tre richiamate categorie mentali: secondo l'opinione del premio Nobel R.P. Feynman, bisogna "accettare la Natura così com'essa è - assurda". L'abbandono di quella adaequatio rei et intellectus che dovrebbe costituire lo scopo primario di ogni ricerca scientifica ha fatto sì che la maggior parte dei fisici abbia perduto ogni speranza di poter riuscire a comprendere, e che si sia diffusa nell'ambiente una spiacevole dolorosa rassegnazione.
Di fronte alla descritta situazione si comincia fortunatamente a scorgere qualche reazione, e sono stati per primi i fondamenti della meccanica quantistica a essere rimessi in discussione. Ancora assai scarsa, e completamente osteggiata, è invece la critica nei confronti delle teorie relativistiche, che sono diventate nell'opinione di molti, almeno per quanto riguarda la relatività ristretta, "the holy of holies" della scienza moderna. Si può ritenere al contrario che sia giusto attraverso il successo di tale teoria che si siano insinuati nella fisica quei successivi livelli di astrazione oggi sotto accusa, dal momento che è con essa che hanno fatto irruzione in questa materia l'arbitrarietà definitoria tipica della matematica, e la sua presunzione di essere sganciata nei propri fondamenti concettuali da ogni tipo di intuizione. Inoltre, è esattamente con la scomparsa del concetto di etere, conseguente alla "soluzione" einsteiniana dei problemi dell'elettromagnetismo, che è stato impossibile poi di ricercare nelle proprietà fisiche dello "spazio vuoto" una possibile ragione per le pretese inspiegabili particolarità della fenomenologia del mondo microfisico.

Si invitano tutti coloro che trovano qualche elemento di fondatezza nelle considerazioni precedenti a voler partecipare al convegno internazionale che si terrà a Bologna, nei giorni 26, 27 e 28 maggio 1999. Per adesioni e informazioni rivolgersi a:

Umberto Bartocci
Dipartimento di Matematica - Università
Via Vanvitelli, 1
06100 Perugia - Italy
Tel.: 0039-075-5002494
Fax: 0039-075-5855024
E-mail: bartocci@dipmat.unipg.it

Roberto Monti
Istituto TESRE - CNR
Via P.Gobetti, 101
40129 Bologna -
Tel.: 0039-051-6398702
Fax: 0039-051-6398724
E-Mail: monti@tesre.bo.cnr.it

Comitato Scientifico: Umberto Bartocci, Patrick Cornille, George Galeczki, Rocco Vittorio Macrì, Roberto Monti, James Paul Wesley.

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Stralci da un articolo di Federico Di Trocchio su Umberto Bartocci ("Specchio della Stampa" n.164)

U.Bartocci in una fota a pag.135 dello "Specchio della Stampa"

La relatività? Roba vecchia. Einstein? Matto da legare......la teoria su cui si basa la fisica moderna sarebbe da buttare. Il motivo? Il nuovo, riscoperto ruolo dell'etere............

.............. Fino a oggi, però, nessuno c'è riuscito e chi critica Einstein viene considerato, a seconda dei casi, o un po' svitato o matto da legare.
Uno dei pochi accademici italiani a battersi apertamente e decisamente contro Einstein e a non vergognarsi dei suoi imbarazzanti compagni di lotta è Umberto Bartocci, matematico dell'Università di Perugia.
Allievo di Beniamino Segre, Bartocci è andato in cattedra giovanissimo: insegna geometria superiore e storia della matematica ma da anni le sue vere passioni sono collezionare gialli e dimostrare che Einstein aveva torto. In ambedue le attività ha messo un'­ntensità e una meticolosità non comuni. Non che si sia ingenuamente e follemente innamorato di un presunto errore logico o matematico di Einstein.
Da matematico e da giallista ritiene che la relatività sia l'analogo di un alibi ben costruito e difficile da smontare. Sa però che di solito gli alibi cadono proprio su dettagli minimi ed è su un dettaglio che è convinto di aver fatto inciampare Einstein.
Ha infatti ideato un esperimento che consente di ingigantire un effetto non previsto dalla relatività e in contrasto con essa.
L'esperimento, effettivamente realizzato dai fisici Fabio Cardone e Roberto Mignani, sembra avergli,dato ragione. Ma prima di portare Einstein di fronte al tribunale della scienza, vuole essere veramente sicuro delle prove a carico.....
L'esperimento è di quelli che si collocano sul sottile confine tra genialità e follia. Sappiamo tutti che su una nave in movimento uniforme possiamo tranquillamente giocare a ping-pong esattamente come a casa: il movimento della nave (se è uniforme e non subisce accelerazioni) non cambia insomma la traiettoria della pallina. Questa constatazione è il fondamento del principio di relatività galileiano che Einstein ha confermato ed esteso.
Ma è proprio vero che la pallina da ping-pong si comporta sulla nave come se fossimo fermi a terra? Bartocci sostiene di no. Secondo lui esistono delle lievissime variazioni che sarebbe impensabile e impossibile misurare.
Questo il dettaglio sul quale, a suo avviso, crollerebbe la relatività. Ma se le lievi variazioni subite da una pallina da ping-pong su una nave in movimento non sono misurabili non è detto che non si possa ideare un esperimento di altro tipo, che ingigantisca gli effetti del movimento e li renda misurabili.
Ed è proprio questo che ha fatto Bartocci. Ha sostituito alla pallina da ping-pong una carica elettrica (che si può immaginare come una pallina di polistirolo elettrizzata) e al tavolo un magnete che genera un campo attorno alla carica.
Se l'esperimento avviene a terra. per esempio in casa, il campo non esercita alcuna forza sulla pallina di polistirolo e questa sta ferma. Secondo la teoria della relatività lo stesso dovrebbe valere se magnete e carica si trovano su una nave in movimento. Esattamente come per il ping-pong. "Invece non è. così", spiega Bartocci. "La carica,si muove perche' anche in questo caso esistono dei piccoli effetti del movimento che però questa volta è più facile sia giustificare che misurare".
L'elettromagnetismo insegna un campo magnetico in movimento esercita una forza e quindi è in grado mettere in movimento una carica elettrica. Sappiamo dunque che ci deve essere un effetto del moto anche se non siamo in grado di notarlo perche' impercettibile. Ma a differenza del caso del ping-pong, questa volta possiamo ingigantirlo e, dunque notarlo. Basta aumentare l'intensità del campo magnetico e l'effetto diventerà misurabile.
E infatti Cardone e Mignani lo hanno misurato. "Il principio di relatività, dunque", spiega Bartocci, "non vale.
E siccome è il cardine della teoria di Einstein, vuol dire che la teoria è sbagliata e che non bisogna vergognarsi se non la si capisce.
Vergognoso il contrario: far finta di capirla "
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Nell'occasione vogliamo ricordare uno dei più significativi e partecipi ai precedenti congressi : il dr. Stefan Marinov (scomparso nel 1997), del quale il Prof. Bartocci ci ha inviato una nota bibliografica.

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Di estremo interesse e' soprattutto il successivo topic:

Censure e Trimming Relativistici

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